A.C. 4096
Grazie, Presidente. Il voto che ci apprestiamo ad esprimere in quest'Aula oggi ha un significato importante: è un atto politico che sancisce la conclusione di un percorso, ed è un impegno mantenuto. Finalmente, come dicevano alcuni colleghi, dopo sette anni di attesa approviamo una norma che dà senso e direzione ad una volontà politica condivisa, una norma che dà concretezza ai principali valori fondanti della nostra Repubblica: la pace e il rispetto dei diritti inviolabili dell'uomo tra i quali in primis quello alla vita, principi che portiamo dentro di noi e dei quali andiamo orgogliosi. L'Italia, dopo essere stata tristemente leader nella produzione delle mine antiuomo, sin dagli anni Novanta ha svolto un ruolo da protagonista per la loro messa al bando e per l'opera di bonifica dai residuati bellici.
Devo rassicurare quindi i colleghi della Lega Nord e di Forza Italia, che temevano che il provvedimento togliesse ossigeno ad un settore economico del nostro Paese, sul fatto che già da anni ormai non c'è più: dopo aver vietato, infatti, di produrre, stoccare ed esportare tali tipologie di armi, ora chiudiamo in qualche modo il cerchio dimostrando coerenza giuridica e un serio impegno nell'ambito dei diritti umani e del disarmo.
La proposta di legge in discussione questa sera prevede il divieto totale al finanziamento di società, aventi sede in Italia o all'estero, che direttamente o indirettamente svolgono attività di costruzione, produzione, sviluppo, assemblaggio, riparazione, conservazione, impiego, utilizzo, immagazzinaggio, stoccaggio, detenzione, promozione, vendita, distribuzione, importazione, esportazione, trasferimento o trasporto delle mine antipersona, delle munizioni e submunizioni cluster di qualunque natura o composizione o di parti di esse. Alle medesime società è preclusa la partecipazione a bandi o programmi di finanziamento pubblico; e chiarisco, anche a seguito dell'intervento del collega che mi ha preceduto, che gli amministratori che si renderanno responsabili di questo reato, oltre ovviamente a sanzioni pecuniarie, saranno anche oggetto di misure interdittive. Quindi lo rassicuro rispetto alle giuste preoccupazioni che aveva.
Ma perché intervenire su questo specifico aspetto del problema?
Perché - ripeterò dati che sono già stati citati ma che è bene ricordare - nonostante 119 nazioni abbiano già aderito alla Convenzione del 2008 sulle munizioni a grappolo per liberare il mondo dalle famigerate cluster bombs, 166 istituzioni finanziarie hanno investito, da ottobre 2009 a marzo 2017, 31 miliardi di dollari in aziende che producono queste armi, 3 miliardi di dollari di investimento in più rispetto al 2016. Questi dati sono inaccettabili e dimostrano che l'impegno del 2008 non basta. Le istituzioni dei singoli Stati non possono fermarsi ad un impegno formale, devono trasformarlo in qualcosa di sostanziale, devono tradurre la scelta di contrasto alle mine antipersona in azioni concrete che ne limitino la produzione e l'utilizzo. Per tale ragione oggi approviamo la proposta di legge perché sentiamo il dovere e la responsabilità di scelte vere, coerenti e per questo apprezzate dai cittadini. Alcuni importanti gruppi bancari italiani hanno già scelto volontariamente di non finanziare imprese produttrici di cluster bombs ma è improrogabile un intervento normativo. Vogliamo avere una misura della violenza di queste armi, che ho sentito definire strumenti di guerra e che, in qualche modo, venivano giustificate da un collega che mi ha preceduto (non posso che inorridire di fronte a questi ragionamenti, che ignorano le convenzioni internazionali che il nostro Paese ha firmato e che non considerano tali armi per quello che sono ossia strumenti di morte subdoli e disumani)? Vogliamo, dicevo, avere una misura della violenza di tali armi? Non è calcolabile e certamente è maggiore rispetto alle cifre ufficiali. In Siria oltre 2.200 persone sono rimaste uccise o ferite dall'esplosione di munizioni cluster tra il 2012 e il 2015; tra il 2014 e 2015 il numero dei morti e dei feriti causati dalle mine antiuomo è aumentato del 75 per cento, raggiungendo quota 6.461, una mattanza indiscriminata. Le vittime sono civili nel 78 per cento dei casi, bambini quattro volte su dieci e quei civili magari sono genitori o persone che si prendono cura dei bambini. Nel caso in cui ad essere uccise o mutilate siano le madri, i bambini hanno meno probabilità di ricevere un'alimentazione adeguata, di essere protetti da un'eventuale sfruttamento ed abuso; quando i padri sono le vittime delle mine antiuomo, i bambini sono spesso costretti ad abbandonare la scuola e ad iniziare a lavorare per integrare il reddito familiare.
Ecco dove sta l'importanza di questo provvedimento: nella tutela dei diritti umani e il rispetto di tali diritti non è qualcosa di lontano che non ci riguarda. Le grandi crisi finanziarie e bancarie ci hanno ulteriormente fatto capire, se ce n'era ancora davvero bisogno, che anche le scelte di tipo economico e finanziario devono essere guidate da principi di sostenibilità ed etica, che il vivere in una società ci impone una riflessione sulle nostre decisioni personali che non incidono solo sul patrimonio ma che possono condizionare la vita o arrivare addirittura a causare la morte degli altri. La finanza sostenibile oggi è un tassello fondamentale dell'economia internazionale, non può essere più ignorata o sottovalutata. In un mondo globalizzato a maggior ragione è imprescindibile cercare anche nei propri investimenti il rispetto degli altri e dell'ambiente. Oggi per garantire la cosiddetta capacità di futuro si deve sempre più cercare l'equilibrio tra le dimensioni economiche, sociali ed ambientali degli investimenti finanziari. Non si possono insomma più chiudere gli occhi. Sono orgogliosa che si arrivi oggi, anche grazie al supporto della Campagna italiana contro le mine, a questo risultato. Sono fiera che questa proposta di legge venga portata all'approvazione definitiva nell'attuale legislatura che vede il Partito Democratico protagonista e responsabile, con coraggio e slancio innovativo, delle scelte di sviluppo e di crescita del nostro Paese. Mi auguro e ci auguriamo che l'Italia possa su questo fronte essere da esempio e parte attiva di stimolo per altre democrazie mondiali che faticano a troncare il legame con i produttori di queste subdole armi. Con orgoglio e soddisfazione annuncio quindi il voto favorevole del Partito Democratico.